Norby
2012-10-23 20:23:50 UTC
A completamento di quanto detto sul 3d "Rumore lavoro e dosimetri", riporto
un passo di un articolo scritto dal prof. A. Peretti (Scuola di
Specializzazione in Medicina del Lavoro, Università di Padova) relativamente
alla ISO 9612:
"È necessario quindi fare riferimento alla norma europea UNI EN ISO
9612/2011 "Determinazione dell'esposizione al rumore negli ambienti di
lavoro - Metodo tecnico progettuale". Essa definisce tre strategie di
determinazione dell'esposizione a seconda che le misure fonometriche si
basino ... Per ciascuno dei tre metodi la norma prevede un numero minimo di
rilievi; per i primi due definisce anche durata minima degli stessi.
Stabilisce inoltre procedure calcolo dell'incertezza associata al livello di
esposizione.
Ad avviso dello scrivente la norma presenta diverse criticità.
Innanzitutto si può osservare che essa cerca di inquadrare una realtà
complessa come quella lavorativa spesso difficilmente prevedibile. Piuttosto
che una norma cogente sarebbe stato preferibile elaborare linee guida,
magari riferite concretamente ai diversi comparti produttivi, in grado di
fornire le conoscenze sulla base delle quali il tecnico potesse operare con
maggiore autonomia e flessibilità. Da sottolineare che tutti e tre i metodi
definiti dalla norma sono spesso INAPPLICABILI, in quanto il numero dei
rilievi e le durate di misura rendono insostenibili i tempi di indagine.
Inoltre l'ingessatura delle procedure allontana l'attenzione dai problemi
reali (come valutare adeguatamente l'esposizione in un dato ambiente di
lavoro e come ridurre i rischi), mentre incentiva un approccio passivo e
deresponsabilizzato (come rispettare le disposizioni della norma). In
secondo luogo la norma si allontana dai principi ispiratori dell'igiene del
lavoro, ossia la valutazione e caratterizzazione dei rischi al fine della
loro riduzione."
Mica male se detto da uno come Peretti (che di per sè è già uno
"dispersivo")
Buona lettura.
http://gimle.fsm.it/33/3/24.pdf
un passo di un articolo scritto dal prof. A. Peretti (Scuola di
Specializzazione in Medicina del Lavoro, Università di Padova) relativamente
alla ISO 9612:
"È necessario quindi fare riferimento alla norma europea UNI EN ISO
9612/2011 "Determinazione dell'esposizione al rumore negli ambienti di
lavoro - Metodo tecnico progettuale". Essa definisce tre strategie di
determinazione dell'esposizione a seconda che le misure fonometriche si
basino ... Per ciascuno dei tre metodi la norma prevede un numero minimo di
rilievi; per i primi due definisce anche durata minima degli stessi.
Stabilisce inoltre procedure calcolo dell'incertezza associata al livello di
esposizione.
Ad avviso dello scrivente la norma presenta diverse criticità.
Innanzitutto si può osservare che essa cerca di inquadrare una realtà
complessa come quella lavorativa spesso difficilmente prevedibile. Piuttosto
che una norma cogente sarebbe stato preferibile elaborare linee guida,
magari riferite concretamente ai diversi comparti produttivi, in grado di
fornire le conoscenze sulla base delle quali il tecnico potesse operare con
maggiore autonomia e flessibilità. Da sottolineare che tutti e tre i metodi
definiti dalla norma sono spesso INAPPLICABILI, in quanto il numero dei
rilievi e le durate di misura rendono insostenibili i tempi di indagine.
Inoltre l'ingessatura delle procedure allontana l'attenzione dai problemi
reali (come valutare adeguatamente l'esposizione in un dato ambiente di
lavoro e come ridurre i rischi), mentre incentiva un approccio passivo e
deresponsabilizzato (come rispettare le disposizioni della norma). In
secondo luogo la norma si allontana dai principi ispiratori dell'igiene del
lavoro, ossia la valutazione e caratterizzazione dei rischi al fine della
loro riduzione."
Mica male se detto da uno come Peretti (che di per sè è già uno
"dispersivo")
Buona lettura.
http://gimle.fsm.it/33/3/24.pdf